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Collezioni di sentieri che conducono a punti panoramici o presso rare meraviglie naturali: sono classificati secondo una percorribilità che permette di attraversarli in Mountain Bike... 

Itinerari

Ovodda, Mihinari. Una vista privilegiata

Accesso 

Dall’abitato di Ovodda si prende la Via Gennargentu, inoltrandosi nei vicoli stretti del centro, uscendo poi dal paese in salita su una strada asfaltata. Superato un bivio che riporta alla SS128 si tiene a sinistra un ferramenta e la strada viene subito affiancata da un bel noccioleto e dal bosco

Si prosegue in salita proseguendo sempre su asfalto, tenendo sulla destra un piccolo invaso. Al bivio successivo si prende a sinistra in salita, seguendo le indicazioni per l’agriturismo Badu ‘e Fonne, proseguendo poi dritti al quadrivio successivo, proprio in località Badu ‘e Fonne, lasciando a destra dopo pochi metri l’omonimo agriturismo. 

Il bosco 

A Badu ‘e Fonne bisogna lasciare l’auto e proseguire a piedi. Accanto all’agriturismo la strada compie una decisa salita su fondo cementato e poi prosegue con dolci saliscendi, immersa in bosco fitto e denso di specie arboree, paradiso dei cercatori di funghi. 

Una breve discesa porta ad uno slargo dove si trova un caratteristico incrocio con tre strade, in località Godditorzu: qui si va dritti, superando un isolato palo dell’elettricità. La strada sterrata diviene ben presto una carraia e prende a salire ripida in un bosco magnifico, nel quale si distinguono specialmente lecci giovani e roverelle, inframmezzate da erica e sporadici agrifogli

Mihinari 

Si prende a destra all’incrocio successivo, tenendo sempre quella che pare essere la carraia principale e destreggiandosi nei numerosi bivi. La salita è l’unica direzione certa: man mano che si prende quota si apprezzano piccoli varchi nella vegetazione che permettono splendide inquadrature sulla Barbagia di Ollolai. Una annosa e contorta roverella è il segnale che si procede sulla strada giusta e un ultimo strappo in salita porta ad uscire dal bosco. La spoglia vetta di Mihinari è preceduta dal profumo del timo e, in primavera, dalle variopinte fioriture, tra cui la rara Armeria gennargentea. Dalla cima stondata del rilievo il panorama è superbo e spazia lungo tutto l’orizzonte dominando il Gennargentu, tutte le vallate del Taloro e di Aratu, il lontano Supramonte ed remoti rilievi occidentali. Ai piedi della montagna, lo scosceso vallone del Rio Torrei col suo piccolo invaso. 

Sazi del panorama, si affronta la strada del ritorno per i passi già percorsi.

Lenght 13.600 m

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Dislivello totale 641 metri

Sarule, Gonare. La montagna dello spirito

Accesso 

Dal centro abitato di Sarule si segue in direzione del cimitero del paese, proseguendo poi sulla strada principale fino ad un evidente incrocio dominato dalle tre cime appuntite di Monte Gonare

Si prende a sinistra, seguendo le indicazioni per la montagna e continuando a salire su strada asfaltata fino all’incrocio successivo, dove si tiene la destra, percorrendo ancora poche centinaia di metri e posteggiando in un vasto spiazzo dove la strada ha termine, presso alcuni edifici che fungono da ricoveri per i novenanti durante la festività. 

La Via Crucis 

Il santuario di Gonare si trova presso il confine tra i Comuni di Sarule e Orani e la sua festività è particolarmente sentita. L’antica chiesa sarebbe stata edificata per volere di Gonario di Torres per ringraziare la Madonna di averlo salvato durante una tempesta in mare, ma la sua posizione dominante evidenzia un intendo geopolitico ed al contempo ascetico. 

Dallo spiazzo di individua sulla sinistra un sentiero ben marcato, lo stesso dove si svolge la Via Crucis che raggiunge il santuario, dove ogni passo è segnato dal passaggio dei pellegrini ed ammantato di leggende e racconti. 

Si prende quota gradualmente, circondati da un bel bosco di leccio sferzato dal vento. In primavera, straordinarie fioriture di gigli e peonie arricchiscono il percorso. 

La chiesa 

Un paio di stretti tornanti compongono la parte più ripida della salita, quella terminale, ormai dominata dalla chiesa. Il bell’edificio medioevale fu ampliato più volte ed occupa la parte sommitale della montagna, posto ad una quota di poco inferiore ai 1100 metri. 

Dalla chiesa si può ammirare un panorama vastissimo che abbraccia le due coste della Sardegna e grandissima parte delle regioni centrali e settentrionali dell’Isola. Si può ammirare l’alba sorgere sul Golfo di Orosei ed il tramonto abbassarsi nelle acque del Golfo di Oristano, al largo del Sinis, mentre il Gennargentu chiude il panorama a sud e le cime seghettate del Limbara segnano gli ultimi luoghi visibili verso nord. 

Una porta della chiesa è sempre aperta e permette l’ingresso a chi raggiunge la cima per concedere a chiunque una preghiera, dopo la quale si ritorna alle auto per il sentiero percorso.

Lenght 13.400 m

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Dislivello totale 549 metri

Area geografica Barbagia

Sorgono, l’altopiano dei Nuraghes. Tra storia e natura

Accesso 

Si percorre la SS 128 che costituisce la via principale del centro abitato di Sorgono. All’altezza della Cantina Sociale del Mandrolisai, sul lato opposto della strada, si individuano i cartelli in legno che indicano alcuni siti archeologici. Si percorre quindi la Via Emilia, prendendo poi a sinistra ad un grosso bivio dove si incontra un altro cartello che indica “Sentiero Escursionistico”. 

Si prosegue su strada asfaltata per circa 4 km, fino ad incontrare, sulla destra, il cartello che indica il nuraghe Lò

Qui si posteggia. 

Nuraghe Lò 

Si prende a destra in salita per una stradina bianca, immersi nel bosco di querce. Dopo un breve tratto, sulla sinistra, spicca la bella torre nuragica, costruita su uno spuntone roccioso e posto in posizione rilevata. La pianta del monumento è leggermente ellittica ed ha la particolarità di possedere una finestra architravata, posta al termine di un corridoio leggermente curvo che si trova in posizione speculare rispetto all’entrata. 

Santu Loisu 

Si ridiscende alla strada asfaltata, incontrando in breve un cartello che segna l’ingresso del cantiere forestale che ospita anche un bel vivaio. Si è in località Santu Loisu e si entra in un terreno alla sinistra della strada, dove si trovano due edifici appartenenti ad una colonia montana ed una sorgente. Sulla destra, un piccolo sentierino porta alle Domus de Janas di Santu Loisu, costituite da due piccole celle all’altezza del terreno ed immerse in un bel bosco. Si ritorna alla strada asfaltata, proseguendo per poche centinaia di metri fino ad incontrare una impercettibile curva a sinistra. Sulla sinistra della strada, immersa nel bosco, si trova la bella torre di Nuraghe Bardacolo, posta in posizione dominante. Anche se svettata, dalla sua cima si gode di un ampio panorama. 

Nuraghe Orrubiu 

Si riprende ancora sulla strada principale che va a sterrarsi, ora leggermente in discesa. Sulla destra della strada, dopo un lungo tratto nel bel querceto. Poco prima di una cabina di trasformazione elettrica si incontra il segnale per Nuraghe Orrubiu, sulla destra. Il bel mono-torre è leggermente rilevato su un campo arato e deve il suo nome ai muschi rossicci che ne hanno colonizzato le belle pietre granitiche. Continuando sulla strada principale si incontra un’altra indicazione, sempre sulla destra, che permetterebbe di visitare una tomba dei giganti

S’Incodine 

A sinistra della strada, prima di tornare indietro, si incontra uno scalandrino che permette di accedere a un vasto pascolo. Alle sue spalle, presso un risalto roccioso, si trova il monumento noto come S’Incodine, per la sua forma caratteristica. Non lontane, ma di difficile reperimento, si trovano le Domus de Janas di Perdonigheddu ed il nuraghe Cherbos. Si ritorna all’auto per la strada seguita all’andata

Lenght 17.000 m

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Dislivello totale 485 metri

Teti, Abini. Il santuario degli antichi Sardi

Accesso 

Da Teti si prende la SP4 in discesa, in direzione del Lago di Cucchinadorza, uno dei tre grandi bacini utilizzati per la produzione di energia idroelettrica. Poco prima della diga, sulla sinistra della strada, si trova uno spiazzo dove è possibile posteggiare. 

Il Taloro 

Si ritorna indietro di poche decine di metri, imboccando una sterrata che si stacca in lieve discesa in direzione nordovest, superando un cancello sempre aperto. 

La strada prosegue in discesa, tenendo sulla destra la gola del Fiume Taloro, interrotta a monte dallo sbarramento della diga di Cucchinadorza

Ben presto si incontrano due cancelli affiancati: si prende quello a destra che non è mai sbarrato e serve a regimare il traffico del bestiame. Subito inizia una sterrata, inizialmente in buone condizioni, poi sempre più disastrata. Il percorso si inoltra nella gola del Taloro: il fiume, un tempo tempestoso e irruento, è spesso in secca a causa delle interruzioni delle dighe a monte, ma scorre ancora con fragore in inverno e primavera. 

Abini 

La strada piega leggermente ad ovest, sempre in vista del fiume. Si sale leggermente su un vasto costone, affiancati da bosco e macchia, poi si scende per stretti tornanti. La strada si porta poco più in alto di una azienda agricola: si ignora il primo bivio a sinistra e poi, in corrispondenza di un brusco tornante a destra che scende verso i caseggiati, si prende a sinistra per tracce meno evidenti (utile il GPS) riprendendo quasi subito una bella sterrata che si dirige verso l’agriturismo di Abini

Si scende a lambire il Taloro e qui, in una vasta area prativa proprio sotto l’agriturismo, si incontrano le monumentali capanne di Abini. Il villaggio protosardo deve la sua fortuna al ritrovamento di celebri bronzetti, come il guerriero con due scudi e quattro occhi, uno dei più begli esempi di arte protosarda. La monumentalità degli edifici finora scavati suggerisce che si trattasse indubbiamente di un centro di grande importanza e stupisce incontrarlo in un luogo oggi così suggestivo ed isolato. 

Dopo la visita al sito si ritorna per la strada percorsa, magari usufruendo dell’ospitalità del vicino agriturismo prima di rimettersi in cammino.

Lenght 27.100 m

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Dislivello totale 1 252 metri

Tiana, la gualchiera. Le vie dell’acqua

Accesso 

Dal centro abitato di Tiana si prosegue in direzione Tonara sulla SS 128, in lieve discesa e alti sopra la vallata boscosa. In breve si raggiunge un piccolo slargo dove, sulla destra, si trovano le indicazioni per raggiungere la Gualchiera, sa cracchera de tziu Bellu, oggi un museo di archeologia industriale

La Gualchiera 

Tiana è il paese simbolo dell’orbace, il tessuto ottenuto con un procedimento meccanico grazie all’infeltrimento della lana. Per l’energia richiesta in questo processo proto-industriale esistevano le Gualchiere, strutture simili ai mulini idraulici che utilizzavano la forza dei torrenti per il funzionamento dei macchinari. Quella di Tiana è stata splendidamente restaurata, unica tra la molte presenti un tempo nella zona e si trova in un’area immersa nel verde, sulle terrazze sospese intorno al torrente Tino presso la conlfuenza col Torrei. Si può visitare previo appuntamento. 

Il rio Torrei 

Una volta effettuata la visita si può proseguire per un breve sentiero naturalistico lungo i noccioleti che costeggiano il fiume, oppure proseguire per un itinerario nel cuore del territorio. Si riprende quindi la 128 per poche centinaia di metri dove, prima di un ponte, si prende a sinistra per una strada selciata e poi sterrata, seguendo le indicazioni per il cammino di Ospitone. La strada si inoltra sul fianco destro idrografico del Rio Torrei, in ambiente montano, sovrastata da grossi rocciai e affiancata spesso da un bosco fitto. Sulla destra, alcune rocce permettono splendide viste panoramiche d’intorno. 

Il sentiero 

Man mano che si prosegue si guadagna quota, allontanandosi temporaneamente dal greto del torrente e poi ritornandovi nei pressi di una sorgente. La strada diviene uno stretto sentiero che fora la vegetazione, immerso in un bel bosco rotto soltanto da improvvisi ghiaioni e rocciai. Giunti a quota 750 si incontra, sulla destra, un guado, superato il quale si percorre una strada sterrata in salita che in breve riconduce alla strada asfaltata che serve la diga sul Rio Torrei, posta qualche km più a monte. Da qui è possibile tornare sui propri passi oppure, soprattutto se muniti di una mountain bike, ritornare via strada al paese prendendo a destra e poi nuovamente a destra una volta giunti alla statale.

Lenght 9.200 m

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Dislivello totale 403 metri