Inizio contenuto principale del sito web

Collezioni di sentieri che conducono a punti panoramici o presso rare meraviglie naturali: sono classificati secondo una percorribilità che permette di attraversarli in Mountain Bike... 

Itinerari

Meana, Ortuabis. Le antiche crocevie

Accesso 

Dall’abitato di Meana, l’altopiano di Ortuabis si può raggiungere tramite la SS 128 in auto e in bicicletta, oppure seguendo le indicazioni per Nuraghe Nolza all’uscita del paese. Si imbocca così una bella strada asfaltata che procede solitaria e in discesa nella vallata, raggiungendo sotto il bosco un primo bivio nel fondovalle, dove si prende a destra. 

I vigneti e il nuraghe 

Si continua in salita, su un costone da cui si ammira un bel panorama sul paese. Le zone più boscate sono rimaste alle spalle e ci si trova su colline ondulate occupate da splendidi vigneti. In alto, su un colle rilevato, si staglia la sagoma massiccia del Nuraghe Nolza. Si continua sulla strada, sempre affiancati dai vigneti e seguendo le indicazioni fino a raggiungere la biglietteria. Le esperte guide turistiche e lo straordinario panorama che si vede dalla vetta del nuraghe rendono la sua visita straordinaria e fondamentale nella scoperta di quest’angolo di Sardegna. 

La foresta 

Lasciato il nuraghe si prende a destra sulla asfaltata, tenendosi poco più alti della ferrovia. La strada diviene sterrata, in leggera salita: qui si prende a sinistra e poi a destra, in rapida successione, ritornando infine su strada asfaltata dove si prende ancora a destra, in leggera salita, passando accanto ad una cava dismessa e poi in un bel bosco dove la pendenza si abbatte. 

Qui si incontra nuovamente la SS128 e qui si potrebbe arrivare in auto, saltando la prima parte dell’itinerario. Si segue la statale sulla destra fino al km 74 dove si individua un cartello che segnala l’itinerario escursionistico. Qui si entra nel bosco, superando una sbarra sempre aperta e cominciando a percorrere una sterrata in leggera discesa. 

Le fornaci 

La strada tiene sulla destra una striscia frangifuoco e si snoda seguendo lo stesso percorso dell’acquedotto su un altopiano calcareo, in passato usato per la produzione della calce che veniva prodotta in grandi fornaci. La sterrata peggiora gradualmente e si incontra un bivio appena accennato dove si tiene la destra per visitare una grande fornace della calce, posta su un declivio poco pronunciato. Si riprende la direzione nord su un sentiero poco accennato, talvolta scendendo dalla bicicletta e giungendo ben presto alla zona dove sorge l’area ricettiva di Ortuabis, al momento in attesa di una gestione. Si prende la sterrata che serve la zona, svoltando a sinistra una volta oltrepassate le strutture maggiori ed inoltrandosi nel bosco che presenta anche numerose aie dei carbonai. Quando si incontra un bivio, si può prendere a sinistra per visitare una grossa fornace, poi ancora a destra ritornando sulla 128 e, per strada nota, ripercorrendo il tracciato dell’andata fino al paese.

Lenght 33.100 m

meana.gpx

Dislivello totale 1 193 metri

Contiene carte
Spento

Ollolai, San Basilio. Un regno di granito

Accesso 

Il Parco di San Basilio è ben indicato e dal centro abitato di Ollolai si prende una comoda strada asfaltata in salita, molto panoramica, che si lascia il paese alle spalle tuffandosi ben presto in un bosco di leccio. Dall’asfalto si passa al cemento, sfiorando in breve l’osservatorio astronomico di San Basilio, il Planetario di Ollolai, posto sulla destra della strada. 

Si prosegue ancora per un breve tratto con scarse pendenze fino ad arrivare ad un ampio slargo dopo il quale la rotabile comincia a scendere con stretti tornanti. 

San Basilio 

Il monte che sovrasta il paese di Ollolai, un tempo uno dei centri più importanti della zona, è dedicato a San Basilio Magno e la stradina conduce proprio alla chiesa dedicata al Santo, edificata in epoca bizantina e poi ristrutturata più volte, davanti alla quale si trovano i ruderi del convento che fu dei francescani, teatro di molte leggende. 

Poco sotto la chiesa e una sorgente, spesso in secca nelle estati più calde, si trova una vasta radura circondata da una fitta lecceta e da una impressionante serie di cime granitiche incredibilmente rotte e variegate. Sulla sinistra la cima di Sa Punta Manna sarebbe raggiungibile tramite un percorso segnato con alcune corde, ma richiede esperienza di brevi arrampicate lungo un percorso dal sapore alpinistico, da affrontare solo se si è esperti e con roccia asciutta. 

Il segno della Storia 

L’area di San Basilio era però frequentata in tempi assai più remoti di quelli che chiesa e convento possono testimoniare. I numerosissimi antri ricavati dall’erosione nei tafoni granitici sono stati abitati con certezza fin dal neolitico, come testimoniano molte ricerche archeologiche. I ripari sotto roccia scavati sono disseminati nell’area e per avere un’idea del territorio in cui si muovevano i protosardi è opportuno individuare, poco sotto la chiesina, una staccionata che si incontra sulla destra in direzione del campo. 

Superatala, si incontra un sentierino abbastanza evidente che prende a salire deciso in mezzo al bosco, segnato dal passaggio delle persone e delle biciclette, ma privo di segnavia. Si raggiunge così un largo crinale in mezzo al bosco dove si incontra una traccia più marcata, quanto resta di una sterrata disastrata. La si prende sulla destra, giungendo in breve nei pressi del ripetitore che sovrasta la zona. Nei dintorni si trovano numerosi siti di interesse archeologico, anche se mal segnalati. 

Dopo una visita alle panoramiche rocce nei pressi dell’antenna si prende la strada bianca sulla destra, perdendo quota e ritornando in breve alla strada asfaltata che ritorna al paese

Lenght 5.600 m

ollolai.gpx

Dislivello totale 224 metri

Area geografica Barbagia Gennargentu Supramontes

Olzai, Su Mulinu Vetzu. Un gioiello di architettura industriale

Accesso 

Nel centro abitato di Olzai il protagonista assoluto è il granito. Tutte le vecchie case ed i canali che tenevano a bada i torrenti della montagna sono costruiti con questa dura pietra e anche le vie del bel centro storico sono pavimentate allo stesso modo. 

Si lascia l’auto nel centro del paese, dove la Via Taloro si interseca con Via Marconi, cominciando a salire per quest’ultima e tenendo a sinistra il canale che intrappola le acque del Riu Bisine. Si sale tra le casupole del centro fino ad una piazza sulla destra, dove si incontrano anche le indicazioni per la Casa - Museo di Carmelo Floris, celebre pittore nato proprio a Olzai: il museo val bene una visita e si potranno prendere qui accordi anche per la visita al Mulino. 

In salita 

Si tiene la sinistra, in salita, prendendo Via Anastasio e poi seguendo una stradina cementata che si lascia alle spalle le ultime casupole del paese. Al bivio successivo si prende ancora a destra, in salita su asfalto, immergendosi in una fitta e silenziosa lecceta. 

La strada si impenna ripida, restringendosi e prendendo quota con stretti tornanti sempre pavimentati. 

Mulinu Vetzu

La strada tiene sempre a sinistra la valle incassata del Riu Bisine da cui, nelle stagioni delle piogge, proviene lo scrosciare del torrente. Un ultimo strappo in salita porta ad uno slargo dove, sotto gli alberi del bosco, sono stati ricavati alcuni tavolini per la sosta. Sulla sinistra, poco sotto la strada, alcune antiche costruzioni attirano l’attenzione. 

Su Mulinu Vetzu era utilizzato prevalentemente per la molitura del grano e dell’orzo. Nell’edificio principale si trovava la grande ruota di legno, messa in moto per gravità dall’acqua che veniva opportunamente incanalata. Il mulino risale alla fine del Settecento ed è stato ristrutturato negli anni 2000: oggi l’asse di trasmissione avrebbe bisogno di un ulteriore restauro per rendere l’ingranaggio nuovamente funzionante. 

Il vecchio edificio conserva intatto il fascino industriale dei tempi che furono; una volta terminata la visita si può rimanere a godere della frescura del bosco, prima di ritornare al paese per la strada seguita all’andata.

Lenght 2.400 m

olzai.gpx

Dislivello totale 154 metri

Oniferi, Sas Concas. La necropoli

Accesso 

I due siti archeologici visitati da questo semplice itinerario si raggiungono entrambi tramite la SS 128, direttamente dal paese di Oniferi e seguendo le indicazioni per la SS 131. 

Lasciate le ultime case alle spalle si percorrono circa 3,3 km e si individua sulla sinistra un cartello turistico che indica la necropoli. Si posteggia così in un angusto spazio accanto alla statale. 

Sas Concas 

Si supera un rudimentale cancello fatto di legno e si scende un lieve declivio tra alcune belle sughere, superando un guado appena accennato. Sulla sinistra si distingue chiaramente un costone di piroclastiti, dal bel colore rosaceo. L’intero costone è colonizzato da belle piante di fichidindia, in forte contrasto con i licheni arancioni tenacemente attaccati alla roccia: su queste rocce esposte a sudest gli abitanti del Neolitico decisero di trovare l’estrema dimora per i propri cari, scavando una delle necropoli più straordinarie dei loro tempi. 

Girovagando per la zona si possono contare fino a venti tombe diverse, articolate spesso al loro interno in più vani. La necropoli a domus de janas è celebre inoltre per la ricchezza degli elementi decorativi nei vani funerari: si individuano focolari rituali, elementi architettonici scolpiti in rilievo e soprattutto i misteriosi graffiti che simboleggiano uomini stilizzati e capovolti. I petroglifi di Sas Concas sono assai simili ad altre raffigurazioni sparse in siti coevi in Sardegna e rappresentano una simbologia arcaica e ancora misteriosa: tra le tombe della necropoli, quelli meglio conservati si trovano nell’ampia tomba dell’emiciclo, preceduta da un vano scavato nella roccia oggi in gran parte eroso. 

Nuraghe Ola 

Terminata la visita alla necropoli si può tornare all’auto proseguendo sulla SS128, ignorando le deviazioni per la SS 131 DCN e rimanendo sulla vecchia statale per circa 3 km: sulla sinistra della strada, ben segnalato e visibile, si staglia il magnifico Nuraghe Ola, al centro di un’area ad alta densità di monumenti archeologici. 

L’antica torre nuragica, di tipo semplice, si raggiunge per un breve sentiero che si diparte dal parcheggio. Subito prima del monumento si incontrano due ampie capanne, oggetto di indagine archeologica in tempi recenti. Anche il nuraghe è stato recentemente restaurato. Si compone di un’ampia camera interna a tholos, dove sono presenti alcune nicchie, e da una splendida scala intermuraria che permette di accedere al piano superiore. Qui si nota una lastra che chiude la tholos e che, nel solstizio d’estate, viene talvolta rimossa per permettere di assistere al suggestivo fenomeno del raggio di sole che, a mezzogiorno, penetra nel buio della camera sottostante. 

Terminata la visita si può rientrare al paese o visitare la bella necropoli di Brodu, poco distante, ma non segnalata

Lenght 11.200 m

oniferi.gpx

Dislivello totale 261 metri

Ortueri, Mui Muscas. Il regno degli asinelli

Accesso 

Il facile itinerario turistico che visita l’oasi di Mui Muscas si compone di un comodo anello da percorrere in bicicletta su facili sterrate e tratti asfaltati con scarso traffico. 

Dal paese si prende la SS388, uscendo dal paese ed incontrando, subito dopo le ultime case, le indicazioni per l’oasi naturalistica, dove sono segnalate escursioni e un punto panoramico. 

Si prosegue su strada asfaltata, seguendo sempre le indicazioni e cominciando a salire su una collina panoramica, affiancati da una bella sughereta e da una macchia evoluta ad erica e corbezzoli

Mui Muscas 

Quando la pendenza termina ci si trova nella zona di Mui Muscas, circondati dal bel parco comunale che occupa una vasta area a sugherete o a scarsi rimboschimenti. Si raggiungono alcune strutture attualmente in attesa di gestione: sulla destra, aperto e richiuso un cancello per il transito pedonale, sarebbero raggiungibili nel bosco alcune aree pic nic

Si prende invece a sinistra subito prima delle strutture, percorrendo una strada sterrata. Sulla destra della strada, un cancello permette l’accesso al Parco degli Asinelli, una delle attrazioni più straordinarie di questa zona. 

Gli asinelli 

Il Parco degli Asinelli è nato a metà degli anni ‘90 per preservare la pura razza sarda, caratterizzata dal manto grigio, l’evidente croce nera sul groppone e da una taglia particolarmente minuta. Oggi il bel bosco ospita poco più di cinquanta esemplari e sono state attivate numerose collaborazioni e studi genetici e veterinari. 

Si ritorna sulla sterrata, proseguendo ancora in direzione nordovest e cominciando gradualmente a scendere, seguendo sempre la strada maggiormente evidente. Giunti ad un grosso bivio si tiene la sinistra, salendo leggermente su un piccolo colle e poi scendendo ancora fino a un bivio dove si ritrova la strada asfaltata. 

Seguendola a sinistra si torna presto al paese

Lenght 7.700 m

ortueri.gpx

Dislivello totale 235 metri