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Nordic Walking

51 pathways

La camminata nordica o camminata con bastoni (in inglese nordic walking o pole walking) è attività fisica e sportiva che ben si coniuga con percorsi in bosco, in pianura o in vallate, lungo scogliere o spiagge.  La Rete dei sentieri della Sardegna offre tantissime occasioni per cimentarsi nella camminata nordica... 

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Results

Belvì, Pitzu ‘e Pranu. A picco sulla valle

Accesso

Dal centro abitato di Belvì si inizia l’escursione raggiungendo la piazza antistante la chiesa e da qui la via Marconi, dove si scende leggermente di quota prendendo poi a destra per un viottolo di campagna, indicato da un cartello di legno che segnala la direzione per raggiungere alcune Domus de Janas.
Si prosegue in discesa, abbracciati da fitti noccioleti che ingombrano la stradina. Questa era in passato una importante carrareccia, come segnala l’antico selciato e la cura con cui erano realizzati i muretti a secco che la delimitano.

In salita

Si perde quota fino a raggiungere un ponte che supera un rumoroso torrente, in carta come Riu Salasi. Sulla zona incombono le pareti di Pitzu ‘e Pranu, meta dell’itinerario, mentre sulla destra si individua il bel ponte ad arcate della ferrovia lungo la quale transita oggi il Trenino verde. Superato il ponte, si tiene la destra al bivio successivo e si comincia a salire rapidamente tra i vari orti recintati che occupano la vallata. La carrareccia è sempre ben evidente, pur se leggermente più rovinata: al culmine della salita si sbuca su asfalto, nella SP 61 bis. Qui la carrareccia continuava, ma è oggi invasa dai rovi.

Verso la cima

Si prende quindi a sinistra, percorrendo circa 200 metri in discesa sulla statale ed individuando una strada sterrata che si discosta a destra, in salita, incontrando subito un bivio con una sterrata più ampia dove si prende a destra. Si sta ora in quota, costeggiando in senso antiorario le pareti di Pitzu ‘e Pranu. La strada è affiancata da alcuni grossi pali in legno ed è stata costruita proprio sulla discontinuità geologica tra i calcari che costituiscono la montagna soprastante e gli scisti dell’antico basamento su cui si è finora camminato. Si fiancheggiano alcuni orti raggiungendo in breve un incrocio con una strada pavimentata, dove si prende a sinistra, in salita, circondati dalla lecceta. Al tornante successivo, poco discosta dalla strada, si trova una bella fornace della calce, usata per la trasformazione della pietra calcarea.

Pitzu ‘e Pranu

Un ultimo tratto in salita porta a guadagnare una sella spazzata dai venti, assai panoramica, dove si trova un grosso incrocio. Qui si prende a sinistra, in salita, entrando nel rimboschimento che occupa la parte sommitale di Pitzu ‘e Pranu e sul quale era stato costruito un parco avventura, ora in disuso. La vetta del taccu, come suggerisce il nome, è occupata da un vasto pianoro dove piccole depressioni tradiscono la presenza di alcune voragini, imputabili alla natura carsica della zona. Nel punto più alto si raggiunge una madoninna, posta sull’orlo delle pareti. Qui si domina letteralmente il paese e quello vicino di Aritzo, lasciando lo sguardo spaziare fino al Gennargentu ed alle ampie vallate circostanti. Si ritorna al paese per il sentiero seguito all’andata.

Lenght 5.900 m

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Total elevation gain 269 metri

Gadoni, Foresta Corongia. Between breccas and disterrus

Access 

Depart from the centre of Gadoni along the SP2 in the direction of Seulo, then turning right onto the tarmac road in the direction of Funtana Raminosa. This beautiful road partly follows the miners' old route and runs alongside the allotments and orchards that they tended everyday, on their way to the mine, as they left the village. You gradually gain altitude, with increasingly broader views of the Flumendosa valleys, then you approach the buildings of the abandoned mine that occupies the Riu Saraxinus valley. The mining complex can be visited (www.visitgadoni.info) and a visit is highly recommended. Continue uphill for a few more kilometres until it ends, turning left and following the signs for Foresta Corongia on a partially unsurfaced road. When the road flattens out, you reach the Bauzzoni picnic area, where you leave the car. 

Su Campalini 

Continue on a dirt road on foot, ignoring some minor detours and turning left at the only obvious fork. Just below the road, reachable with some difficulty and unmarked, are the caves of Grutas de Perdu, with a scenic waterfall descending from the vault. The road you follow is now level, beneath a beautiful woodland area where you can identify the circular clearings, devoid of vegetation, where the charcoal burners built their threshing floors for the production of charcoal. Halfway along the long straight stretch, you come to a wooden signpost indicating Su Campalini: you leave the main dirt road and enter the woods, reaching the vertiginous edge of the Lartinatzu walls: here Foresta Corongia precipitates towards the Flumendosa riverbed and here stands a slender and bold rocky pinnacle, almost a bell tower, as its name in Sardinian seems to suggest.

Is Breccas 

After a long panaoramic rest andbreak, you return to the dirt road continuing in a southerly direction until you come to a large fork in the road: Here you turn right, uphill, past a gate and continue on the main road. Soon the road becomes flat again, on clay soil and begins to skirt some unique isolated rock towers that become more and more numerous, until they form a veritable labyrinth of walls, caves, crevices and diaclasas. The area is known as Is Breccas and was the kingdom of shepherds and the bandit Torracorti, who lived over a century ago. 

Su Pinneddu 

Exploring the labyrinth of Is Breccas is worth every minute spent and various floristic endemisms can be recognised in the walls, as you walk along the slender paths that follow the audacious conformations of the rock. You then continue along a dirt road until it emerges from the forest: here, on the right, stands an isolated tower known as Su Pinneddu. The road joins a main dirt track which you follow to the right, beginning to descend and reaching, after a long stretch in the forest, the first fork encountered on the way. Here you turn left, shortly reaching the Bauzzoni area and the car.

Itinerary roadbook

Lenght 25.600 m

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Total elevation gain 1 022 metri

Gadoni, Foresta Corongia. Tra breccas e disterrus

Accesso 

Si parte dal centro abitato di Gadoni percorrendo la SP2 in direzione Seulo, prendendo poi a destra per strada asfaltata in direzione di Funtana Raminosa. La bella strada ricalca in parte la viabilità dei minatori e costeggia gli orti ed i frutteti che essi curavano recandosi alla miniera ogni giorno, partendo dal paese. Si guadagna gradualmente quota, con vista sempre più ampia sulle vallate del Flumendosa, addentrandosi poi tra gli edifici della miniera abbandonata che occupa la valle del Riu Saraxinus

Il complesso minerario è oggi visitabile (www.visitgadoni.info) e la sua visita è fortemente consigliata. Si procede ancora in salita per alcuni km finché essa termina, prendendo a sinistra e seguendo le indicazioni per Foresta Corongia su strada parzialmente sterrata. Quando la strada si spiana si raggiunge l’area attrezzata di Bauzzoni, dove si lascia l’auto. 

Su Campalini 

Si prosegue su strada sterrata a piedi, ignorando alcune deviazioni secondarie e prendendo a sinistra all’unico bivio evidente. Poco sotto la strada, raggiungibili con qualche difficoltà e non segnalate, si incontrerebbero le grotte di Grutas de Perdu, con una scenografica cascata che discende dalla volta. La strada che si percorre è ora in piano, sotto un bel bosco dove si riconoscono gli spiazzi circolari e privi di vegetazione dove i carbonai costruivano le loro aie per la produzione del carbone da legna. 

A metà del lungo rettilineo si incontra un cartello in legno che segnala Su Campalini: si abbandona la sterrata principale e ci si inoltra nel bosco, raggiungendo il ciglio vertiginoso delle pareti di Lartinatzu: qui Foresta Corongia precipita verso il greto del Flumendosa e qui si staglia un pinnacolo roccioso esile ed ardito, quasi un campanile, come il nome in sardo pare suggerire. 

Is Breccas 

Dopo una lunga sosta panoramica si ritorna sulla strada sterrata continuando in direzione sud finché si incontra un grosso bivio: qui si prende a destra, in salita, oltrepassando un cancello e proseguendo sulla strada principale. Ben presto la strada ritorna in piano, su terreno argilloso e comincia a costeggiare dei singolari torrioni isolati di roccia che divengono sempre più numerosi, fino a formare un vero e proprio labirinto di pareti, grotte, fenditure e diaclasi. La zona è nota come Is Breccas ed era il regno di pastori e del bandito Torracorti, vissuto oltre un secolo fa. 

Su Pinneddu 

L’esplorazione del labirinto di Is Breccas vale ogni minuto speso e nelle pareti si potranno riconoscere vari endemismi floristici, mentre si percorrono gli esili sentieri che seguono le ardite conformazioni della roccia. Si prosegue quindi ancora su sterrata finché essa esce dal bosco: qui, sulla destra, si staglia un torrione isolato noto come Su Pinneddu. La strada si congiunge ad una sterrata principale che si segue verso destra, cominciando a scendere ed raggiungendo dopo un lungo tratto nel bosco il primo bivio incontrato all’andata. Qui si prende a sinistra, raggiungendo in breve la zona di Bauzzoni e l’auto.

Itinerary roadbook

Lenght 25.600 m

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Total elevation gain 1 022 metri

Lodine, Puddis. A panoramic balcony overlooking the lake

Access 

Although the municipal park of Puddis is owned by the Municipality of Lodine, it belongs territorially to the Municipality of Gavoi, but the strong bond of the Lodinese community with this mountain is also due to its proximity, to the small mountain centre of Gavoi. You therefore set off on foot from the SP30, which is also the main road, spotting the signs for the Puddis Municipal Park that lead to the slightly downhill Via IV Novembre. 

The Natural Spring 

After a short stretch, turn right, quickly reaching the natural spring of S’Antana 'e Bidda, located slightly below street level and always a fresh, pleasant ambience. With the spring situated behind your shoulder, begin to climb gradually onto a rolling road, flanked by dry stone walls, surrounded by mature and sparse downy oaks, in the distinctive environment of the Barbagia di Ollolai. The road goes on straight and after the first stretch it flattens out, remaining cemented up to a large clearing, where the paved section ends. Slightly to the left, in respect to the direction of arriving, there is located a gate that must be closed, whilst a wooden sign indicates that you have arrived at the park of Puddis

Puddis 

One then enters the large tancato, aiming for a dirt road on the left. It would also be possible to visit the chestnut grove, located at a lower altitude, which is currently being coppiced by the local government. Having taken the dirt road, you start climbing slightly, flanked by a wood of rather young downy oaks, interspersed with dense heather. The profile of a large antenna that acts as a television repeater stands out over the area. The road continues in a south westerly direction and then bends sharply to the right in the direction of the antenna. On the left here is a narrow path that descends slightly, which heads towards a large clearing overlooked and dominated by some beautifully shaped granite rocks, decorated with beautiful tafonate. 

Lake view 

One cautiously climbs up the rocks, to discover a panorama of extraordinary vastness. At the foot of the peak, the valley of Gusana opens up, with its mountain lake surrounded by woods taking centre stage. Gennargentu and Supramonte, in the background, crown with their mountainous silhouettes a maze of wooded valleys, undulating ridges, broken by granite peaks, distant mountain villages or deep gorges. Near the cliff, the houses of Gavoi and the peaks of San Basilio conclude this extraordinary view of this corner of Sardinia. Once the visit is complete, you return to the village by the road you followed on the outward journey.

Lenght 2.800 m

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Total elevation gain 116 metri

Lodine, Puddis. Un balcone panoramico sul lago

Accesso

Seppure il parco comunale di Puddis sia di proprietà del Comune di Lodine, esso appartiene territorialmente al Comune di Gavoi, ma il forte legame della comunità lodinese con questa montagna è dovuto anche alla sua vicinanza col piccolo centro montano. 

Si parte a piedi dunque dalla SP30 che costituisce anche la via principale, individuando le indicazioni per il Parco Comunale Puddis che portano ad imboccare la Via IV Novembre, in leggera discesa. 

La sorgente 

Dopo un breve tratto si svolta a destra, raggiungendo rapidamente la sorgente di s’Antana ‘e Bidda, posta leggermente sotto il piano stradale e sempre ottima e fresca. Lasciata la sorgiva alle spalle si prende a salire gradualmente per una rotabile fiancheggiata da muretti a secco, circondati da roverelle mature e rade, nel tipico ambiente della Barbagia di Ollolai. La strada procede rettilinea e dopo un primo tratto si spiana, rimanendo sempre cementata fino ad un grosso spiazzo dove termina il tratto pavimentato. Leggermente a sinistra rispetto alla direzione di arrivo si trova un cancello che è necessario richiudere, mentre un cartello in legno segnala che si è arrivati ormai al parco di Puddis.

Puddis

Si entra quindi nel grosso tancato, mirando ad una strada sterrata sulla sinistra. Sarebbe possibile, inoltre, visitare il castagneto che si trova ad una quota inferiore, oggetto attualmente di un governo a ceduo. Imboccata la strada si sale leggermente di quota, fiancheggiati da un bosco di roverelle piuttosto giovane, inframezzate da un fitto ericeto. Sulla zona si staglia il profilo di una grossa antenna che fa da ripetitore televisivo. 

La strada prosegue in direzione sudovest e poi piega bruscamente a destra in direzione delle antenne. Sulla sinistra si individua qui un esile sentierino che scende leggermente, mirando ad una vasta radura sovrastata da alcune rocce granitiche dalle belle forme tafonate. 

Vista lago 

Si risale cautamente sulle rocce, scoprendo un panorama di straordinaria vastità. 

Ai piedi del picco si apre la valle di Gusana, col suo lago montano circondato dai boschi ad occupare il ruolo di protagonista. Il Gennargentu e il Supramonte, sullo sfondo, coronano con le loro sagome montuose un dedalo di valloni boscosi, creste ondulate o rotte da picchi granitici, lontani paesi o forre profonde. Nei pressi del rocciaio, le case di Gavoi e le cime di San Basilio concludono questa straordinaria veduta su quest’angolo di Sardegna. 

Una volta ultimata la visita, si ritorna al paese per la strada seguita all’andata.

Lenght 2.800 m

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Total elevation gain 116 metri

Ollolai, San Basilio. A kingdom of granite

Access 

The San Basilio Park is well signposted and from the inhabited centre of Ollolai you take a convenient uphill asphalt road, very panoramic, which leaves the village behind and soon plunges into a forest of Holm oaks. From the asphalt road you change to concrete, soon passing the astronomical observatory of San Basilio, and the Planetarium of Ollolai, located on the right-hand side of the road. You continue for a short distance over a few slopes until you reach a large clearing after which the rolling road begins to descend with tight hairpin bends. 

San Basilio 

The mountain overlooking the village of Ollolai, once one of the most important centres in the area, is dedicated to San Basilio Magno, and the small road leads to the church dedicated to the saint, built in Byzantine era and then renovated several times, in front of which, are the ruins of the convent that once belonged to the Franciscans, and is the theatre of many legends. Just below the church and a spring, often dry in the hottest summers, there is a vast clearing surrounded by a dense Holm oak forest and an impressive series of granite peaks which are incredibly broken and varied. On the left, at the top of Sa Punta Manna, which you could reach via a route marked with some ropes, however it requires experience of short climbs along a path, to be tackled only if you are an experienced mountaineer and the rocks are dry. 

The sign of history 

The area of San Basilio was, however, inhabited in much earlier times than the church and convent can testify. The numerous caverns carved out by erosion in the granite tafoni have been inhabited, with certainty, since the Neolithic period, as many archaeological investigations testify. Hollowed-out rock shelters are scattered throughout the area, and to get an idea of the territory in which the proto-Sardinians operated, it is worth spotting, just below the small church, a fence that one meets on the right, towards the direction of the field. Beyond it, you come to a fairly obvious little path that begins to climb steeply in the middle of the wood, marked by the passage of people and bicycles, but with no trail signs or markings. You then reach a wide ridge in the middle of the forest where you come across a more visible track, the remains of a disused dirt road. Take it to the right, soon arriving near the communication mast that towers above the area. There are numerous sites of archaeological interest in the vicinity, although they are poorly signposted. After a visit to the scenic rocks near the antenna, you take the dirt road to the right, going downhill and soon returning to the tarmac road that leads back to the village.

Lenght 5.600 m

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Total elevation gain 224 metri

Geographical area Barbagia Gennargentu Supramontes

Ollolai, San Basilio. Un regno di granito

Accesso 

Il Parco di San Basilio è ben indicato e dal centro abitato di Ollolai si prende una comoda strada asfaltata in salita, molto panoramica, che si lascia il paese alle spalle tuffandosi ben presto in un bosco di leccio. Dall’asfalto si passa al cemento, sfiorando in breve l’osservatorio astronomico di San Basilio, il Planetario di Ollolai, posto sulla destra della strada. 

Si prosegue ancora per un breve tratto con scarse pendenze fino ad arrivare ad un ampio slargo dopo il quale la rotabile comincia a scendere con stretti tornanti. 

San Basilio 

Il monte che sovrasta il paese di Ollolai, un tempo uno dei centri più importanti della zona, è dedicato a San Basilio Magno e la stradina conduce proprio alla chiesa dedicata al Santo, edificata in epoca bizantina e poi ristrutturata più volte, davanti alla quale si trovano i ruderi del convento che fu dei francescani, teatro di molte leggende. 

Poco sotto la chiesa e una sorgente, spesso in secca nelle estati più calde, si trova una vasta radura circondata da una fitta lecceta e da una impressionante serie di cime granitiche incredibilmente rotte e variegate. Sulla sinistra la cima di Sa Punta Manna sarebbe raggiungibile tramite un percorso segnato con alcune corde, ma richiede esperienza di brevi arrampicate lungo un percorso dal sapore alpinistico, da affrontare solo se si è esperti e con roccia asciutta. 

Il segno della Storia 

L’area di San Basilio era però frequentata in tempi assai più remoti di quelli che chiesa e convento possono testimoniare. I numerosissimi antri ricavati dall’erosione nei tafoni granitici sono stati abitati con certezza fin dal neolitico, come testimoniano molte ricerche archeologiche. I ripari sotto roccia scavati sono disseminati nell’area e per avere un’idea del territorio in cui si muovevano i protosardi è opportuno individuare, poco sotto la chiesina, una staccionata che si incontra sulla destra in direzione del campo. 

Superatala, si incontra un sentierino abbastanza evidente che prende a salire deciso in mezzo al bosco, segnato dal passaggio delle persone e delle biciclette, ma privo di segnavia. Si raggiunge così un largo crinale in mezzo al bosco dove si incontra una traccia più marcata, quanto resta di una sterrata disastrata. La si prende sulla destra, giungendo in breve nei pressi del ripetitore che sovrasta la zona. Nei dintorni si trovano numerosi siti di interesse archeologico, anche se mal segnalati. 

Dopo una visita alle panoramiche rocce nei pressi dell’antenna si prende la strada bianca sulla destra, perdendo quota e ritornando in breve alla strada asfaltata che ritorna al paese

Lenght 5.600 m

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Total elevation gain 224 metri

Geographical area Barbagia Gennargentu Supramontes

Olzai, Su Mulinu Vetzu. A jewel of industrial architecture

Access 

In the centre of Olzai, the outstanding predominant feature is granite. All the old houses and the canals that kept the mountain torrents at bay, are built with this hard stone and the streets of the beautiful historic centre are paved in the same way. You leave your car in the centre of the village, where Via Taloro intersects with Via Marconi, begin to climb the latter and keeping to the left the canal that captures the waters of the Riu Bisine. Drive up between the small houses of the centre until you reach a square on the right, where you will also find the signs for the House-Museum of Carmelo Floris, a famous painter born in Olzai: the museum is well worth a visit and arrangements can also be made here for a visit to the mill. 

Uphill 

You keep to the left, uphill, taking Via Anastasio and then following a small cemented road that leaves the last houses of the village behind. At the next fork, turn right again, uphill on the asphalt, plunging into a dense and silent Holm oak forest. The road climbs steeply, narrowing and gaining height with tight hairpin bends that are always paved. 

Mulinu Vetzu 

The road keeps to the left of the sunken valley of the Riu Bisine from which, in the rainy season, the roar of the torrent comes. A last uphill stretch leads to a widening where, under the forest trees, a few small tables have been set up for a rest. On the left, just below the road, some ancient buildings attract your attention. Su Mulinu Vetzu was mainly used for milling wheat and barley. In the main building was the large wooden wheel, set in motion by gravity from the water that was appropriately channelled. The mill dates back to the end of the 18th century and was renovated in the 2000s: today, the transmission shaft would need further restoration to make the gearing functional again. The old building retains intact the industrial charm of the times gone by; once the visit is over, you can stay and enjoy the coolness of the forest, before returning to the village by the road followed on the outward journey

Lenght 2.400 m

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Total elevation gain 154 metri

Olzai, Su Mulinu Vetzu. Un gioiello di architettura industriale

Accesso 

Nel centro abitato di Olzai il protagonista assoluto è il granito. Tutte le vecchie case ed i canali che tenevano a bada i torrenti della montagna sono costruiti con questa dura pietra e anche le vie del bel centro storico sono pavimentate allo stesso modo. 

Si lascia l’auto nel centro del paese, dove la Via Taloro si interseca con Via Marconi, cominciando a salire per quest’ultima e tenendo a sinistra il canale che intrappola le acque del Riu Bisine. Si sale tra le casupole del centro fino ad una piazza sulla destra, dove si incontrano anche le indicazioni per la Casa - Museo di Carmelo Floris, celebre pittore nato proprio a Olzai: il museo val bene una visita e si potranno prendere qui accordi anche per la visita al Mulino. 

In salita 

Si tiene la sinistra, in salita, prendendo Via Anastasio e poi seguendo una stradina cementata che si lascia alle spalle le ultime casupole del paese. Al bivio successivo si prende ancora a destra, in salita su asfalto, immergendosi in una fitta e silenziosa lecceta. 

La strada si impenna ripida, restringendosi e prendendo quota con stretti tornanti sempre pavimentati. 

Mulinu Vetzu

La strada tiene sempre a sinistra la valle incassata del Riu Bisine da cui, nelle stagioni delle piogge, proviene lo scrosciare del torrente. Un ultimo strappo in salita porta ad uno slargo dove, sotto gli alberi del bosco, sono stati ricavati alcuni tavolini per la sosta. Sulla sinistra, poco sotto la strada, alcune antiche costruzioni attirano l’attenzione. 

Su Mulinu Vetzu era utilizzato prevalentemente per la molitura del grano e dell’orzo. Nell’edificio principale si trovava la grande ruota di legno, messa in moto per gravità dall’acqua che veniva opportunamente incanalata. Il mulino risale alla fine del Settecento ed è stato ristrutturato negli anni 2000: oggi l’asse di trasmissione avrebbe bisogno di un ulteriore restauro per rendere l’ingranaggio nuovamente funzionante. 

Il vecchio edificio conserva intatto il fascino industriale dei tempi che furono; una volta terminata la visita si può rimanere a godere della frescura del bosco, prima di ritornare al paese per la strada seguita all’andata.

Lenght 2.400 m

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Total elevation gain 154 metri