Monteleone Rocca Doria - Romana (E 205)

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Il sentiero
Informazioni utili
Descrizione tappe (roadbook)
Si parte dal centro di Monteleone Roccadoria seguendo le indicazioni che portano rapidamente alla parte nordorientale del paese, presso la Sorgente di Binza ‘e susu dove era presente un antico ed importante lavatoio. La struttura si raggiunge in lieve discesa nella zona che un tempo ospitava le mura del castello dei Doria: presso il lavatoio, alimentato da una risorgiva carsica, si trova anche l’incrocio con il sentiero 205A.
Si procede in discesa per un sentiero antico ed immerso tra gli orti abbandonati del paese, dove la vegetazione sta rapidamente recuperando spazio. Tra muretti a secco e piccoli affioramenti rocciosi si incontra un bivio sotto una grande roverella e si prende a destra, tuffandosi poi nel bosco: l’antico sentiero è in parte rovinato, ma ancora leggibile e si transita accanto ad un grosso blocco calcareo rovinato dall’alto dove si riconosce un palmento rupestre.
L’antico sentiero sbuca in un’area prativa e finisce bruscamente nella scarpata stradale che porta alla diga e che ne ha interrotto l’antico corso. Si è ormai prossimi alla Valle del Temo e, sulla sinistra, si riconosce la struttura dello sbarramento che origina il lago omonimo.
Si scende ripidamente alla strada, spostandosi poi a destra e percorrendone poche centinaia di metri per abbandonarla dopo il depuratore sulla sinistra, superando un cancello azzurro: in questa zona sono presenti le indicazioni che informano l’escursionista dei comportamenti da seguire in caso di apertura delle paratie. Ci si trova infatti a valle dell’invaso ed è importante seguire scrupolosamente le indicazioni riportate negli avvisi.
Superato il cancello, si prosegue per una strada che supera l’alveo in secca del Temo risalendo fino ad una stazione di pompaggio. Qui ci si tiene sul crinale che si dirige in ripida salita verso il rilievo di Monte Airadu che domina la zona in direzione nord: il sentiero è poco marcato e segue le tracce del bestiame.
Giunti a quota 255 un vero e proprio gioiello si svela alla sinistra del sentiero: la domus de jana di Monte Airadu. Si tratta di un piccolo vano funerario riccamente decorato, uno dei massimi esempi di arte funeraria neolitica, degno rappresentante delle meraviglie che in tutta quest’area della Sardegna hanno reso celebri le antiche necropoli dei protosardi.
Superata la tomba si prende leggermente a destra, sfiorando una stazione di pompaggio e proseguendo nuovamente su sterrata in lieve salita fino ad un cancello dove si incontra una strada vicinale di penetrazione: la si segue a sinistra in leggera salita per poche decine di metri, abbandonandola nuovamente a destra per una bella e antica strada carraia che si inoltra nelle campagne: in direzione di marcia, oltre il solco vallivo in carta come Riu S. Lussurgiu, si riconoscono le ultime case di Romana.
Si scende per la antica strada e sul piano di calpestio, formato da tenera roccia marnosa, si riconoscono i solchi dei carri che per secoli hanno percorso questo passaggio. La splendida carraia porta ad un guado dove si riconoscono i resti di un ponte ora rovinato: una larga pozza d’acqua rende talvolta scomodo il passaggio e bisogna in quel caso risalire leggermente di qualche decina di metri, oppure prevedere di togliere scarpe e pantaloni per proseguire. In caso di forti piogge, il passaggio potrebbe essere non percorribile.
Superato il guado, si risale ancora sulla bella e antica carraia che compiva un ampio tornante, sorretta sul lato a valle da un ingegnoso terrapieno in pietrame a secco. Si è ormai prossimi a Romana e la salita termina su una strada cementata che, seguita in direzione di marcia, porta rapidamente al centro abitato. Dalla periferia nord di Romana, inoltre, ci si può riconnettere ai sentieri 201 e 203, proseguendo così il cammino.
Dati catastali e altimetrici
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