Istefune - Ex cava rio Torrei (T 534)

Credits immagine Unione Comuni Barbagia
Il sentiero
Descrizione tappe (roadbook)
Il sentiero ha inizio in località Istefune, nei pressi dell’incrocio con il sentiero 531. I primi passi si muovono per una strada asfaltata di penetrazione fino alla località Badu ’e Fonne. Lungo la strada, un bivio sulla sinistra permette di raggiungere il bel Nuraghe Osseli, uno dei monumenti archeologici più interessanti del ricco territorio ovoddese
Si raggiunge quindi Badu ’e Fonne, località che rimanda all’antica pratica della transumanza da parte dei vicini pastori fonnesi. Qui si incontra un vasto incrocio dove ha origine anche il sentiero 534B che potrebbe essere utilizzato per compiere un grande anello dedicato prevalentemente al cicloescursionismo che include anche l’abitato di Tiana. Si prosegue quindi a sinistra, in salita su una bella strada sterrata che si inoltra nel bosco, circondata da muretti a secco di granito.
Si continua così in piano e in leggera discesa fino a raggiungere un altro incrocio in località Godditorzu: qui la montagna di Mihinari si erge con i suoi ripidi fianchi boscati e si sceglie la sterrata che vi si dirige, raggiungendo in breve la bella sorgente di Loddocaharu, una delle più rinomate della zona. La vecchia strada diventa un sentiero che sale ripidissimo nel bosco, intercettando a varie quote altre strade di esbosco od i resti delle mulattiere di carbonai, fino a raggiungere ad una quota più elevata una bella sterrata che fiancheggia una roverella di grandi dimensioni.
Superato un tornante si esce dal bosco e ci si trova circondati dalla tipica gariga che occupa le cime del Gennargentu: la vetta di Mihinari non è lontana e si raggiunge in breve, serpeggiando tra le piante di elicriso, timo e teucrium. Numerose essenze endemiche sono a disposizione dell’indagine di chi ha un occhio esperto, ma è il bellissimo panorama della cima ad attirare l’attenzione: si abbracciano il Massiccio del Gennargentu, il Marghine, il Goceano, la valle del Tirso, Gonare ed il Supramonte, con le boscose vallate della Barbagia che si stendono tutt’intorno e la vicina vetta di Muggianeddu a chiudere la vista verso sud.
Si individua una traccia sul fianco meridionale della montagna, dopo aver superato una bassa e distrutta recinzione, cominciando così a scendere in direzione dell’evidente e profonda vallata del Torrei. Il sentiero piega leggermente a destra e si porta su una lunga cresta arrotondata, splendidamente panoramica. Dopo un primo tratto che affronta un bosco di giovani roverelle si raggiungono ampie zone ceduate di recente, mentre il sentiero diviene gradualmente una larga sterrata. Si continua così nella discesa seguendo i segnavia nei bivi più problematici e dirigendosi infine sulla sinistra, in direzione della diga sul Torrei ormai ben evidente.
La discesa termina nei pressi di una vecchia cava ormai in disuso, poco a valle della diga. Sulla destra, una breve risalita porta alla strada vicinale che serve proprio l’invaso artificiale e qui ha termine il sentiero. Seguendo la strada sulla destra, in discesa, si potrà raggiungere rapidamente la partenza del sentiero 533 che permette di ricongiungersi a Tiana
Dati catastali e altimetrici
Galleria fotografica
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