Informazioni utili
Località Sorgono
Area geografica Barbagia Nuorese
Tipologia Luoghi di memoria e di fede
Il punto di interesse
La Chiesa campestre dedicata a San Mauro si trova ubicata su un bancone roccioso, sulla sommità di un leggero declivio nella porzione sud-occidentale del comune di Sorgono, a circa 478 metri sul livello del mare.
Il complesso non è nato in un’unica fase progettuale ma ha subito sovrapposizioni e modifiche in epoche diverse. L’attuale struttura è databile tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo d.C. (1574) ed è stata costruita sopra una chiesa del XII sec. che, probabilmente, inglobava a sua volta una struttura di epoca precedente di cui non rimane traccia. Il santuario di San Mauro risulta essere una costruzione imponente rispetto ad altre chiese della Sardegna rurale; una spiegazione che giustifichi la costruzione di una cosi importante opera monumentale si potrebbe ricercare in qualche condanna del Tribunale dell’Inquisizione spagnola verso un nobile della regione o verso l’intera popolazione del Mandrolisai per espiare una colpa particolarmente grave.
San Mauro Abate è un monaco dell’ordine benedettino, tra i principali discepoli di San Benedetto da Norcia. La venerazione di San Mauro fu divulgata per mezzo dei Cluniacensi; nell’iconografia classica viene spesso rappresentato in maniera molto severa con il pastorale di Abate e con una gruccia, poiché è considerato il patrono degli zoppi e dei gottosi. A lui sono attribuite gesta prodigiose: camminare sulle acque, vedere e scacciare i demoni; nella tradizione, viene invocato per guarire dalle malattie e in qualsiasi situazione di difficoltà o pericolo.
Il santuario intitolato a San Mauro viene aperto per i noveranti tre volte l’anno:
- a metà gennaio per invocare Santu Maru de is dolos;
- il martedì dopo la Pasqua, Santu Maru de flores;
- alla fine di maggio per l’antica celebrazione di Santu Maru erriccu.
In quest’ultima occasione si celebra la festa principale dedicata al santo; in antichità la festa durava sei giorni e, prima dell’inizio di Santu Maru erriccu, per nove giorni, le donne della zona facevano la novena andando a piedi fino alla chiesa campestre e lì, pregando, facevano il giro della chiesa in ginocchio. Il giorno della festa il santo veniva portato in processione intorno alla Chiesa accompagnato dai fedeli con canti di preghiere e goccios (poesie musicate dedicate al Santo).
La facciata della chiesa è posta ad ovest, a partito quadrato, è composta da blocchi di trachite grigia; ha il lato terminale superiore merlato ed è interrotta, al centro, da un imponente rosone gotico di m. 4,40 di diametro composto da 14 colonnine binate, che partono a raggiera da un elemento centrale traforato da un motivo a croce, il tutto racchiuso da una cornice modanata, sovrastata da un sopracciglio sorretto ai due lati da due angeli. Al di sotto del rosone è presente un portale di ispirazione tardomanieristica che crea, nel contesto complessivo della facciata, un sincretismo caratteristico dei prospetti più arcaici delle strutture gotico-catalane del centro-sud della Sardegna. Sui lati della facciata sono presenti due contrafforti disposti in diagonale che non hanno nessuna funzionalità strutturale ma risultano un accorgimento estetico per abbellire ed incorniciare la facciata del santuario. Il prospetto è preceduto da una scalinata affiancata da ali in muratura alla cui sommità stanno due statue leonine che reggono lo scudo d'Aragona.
Lo schema planimetrico è molto semplice, la chiesa è formata infatti da un’aula rettangolare larga m. 8,63 e lunga m 20,18, con annesso, nella parte orientale, un presbiterio, anch’esso rettangolare largo m. 7,35 e lungo 9,72 per una lunghezza interna complessiva di m. 30,60. L’ambiente interno della chiesa è fortemente caratteristico tanto da renderla un unicum nel panorama isolano; è evidente l’influsso catalano, manifestato dall’aula ad un’unica navata, divisa in sei campate scandite da cinque sottarchi ogivali che percorrono la volta a cuspide fino a scaricare su lisce lesene in trachite grigia.
La volta della navata non ha un asse orizzontale ma inclinato di circa cm 50 su 20 m dal presbiterio verso la facciata, questo con l’intenzione di ottenere una correzione ottica della prospettiva. Su ogni campata si aprono delle nicchie di pianta trapezoidale in stile rinascimentale; un arco a tutto sesto, sovrapposto da un timpano con al centro un oculo, separa l’aula dal presbiterio. Il presbiterio, sopraelevato di cm. 50 circa dal piano di calpestio dell’aula, è coperto da una volta a botte a tutto sesto, anch’essa inclinata di circa cm. 10. Nella zona presbiteriale si trova l’altare barocco in marmo del XVIII sec.
Il pavimento è in trachite grigia composto, in parte, da piastrelle esagonali e, in parte, da elementi ottagonali con raccordi quadrati. Dai rilievi si è scoperto che come sistema metrico di costruzione è stato utilizzato il piede spagnolo (27,86 cm di lunghezza), rivelando un’incredibile corrispondenza metrico-proporzionale tra i vari ambienti.
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Tempo di percorrenza 2 ore 15 minuti
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Lunghezza del sentiero 8 km 600 m
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