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Nordic Walking

51 pathways

La camminata nordica o camminata con bastoni (in inglese nordic walking o pole walking) è attività fisica e sportiva che ben si coniuga con percorsi in bosco, in pianura o in vallate, lungo scogliere o spiagge.  La Rete dei sentieri della Sardegna offre tantissime occasioni per cimentarsi nella camminata nordica... 

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Results

Tonara, i boschi. Le strade dei castagni

Accesso

Il centro abitato di Tonara è sovrastato dalla sua montagna e dai suoi bei boschi, un tempo costituiti prevalentemente da castagneti inframmezzati da piccoli orti. Si parte direttamente dal centro del paese, parcheggiando accanto al Municipio e dirigendosi verso la casa natale del Poeta Peppino Mereu, orgoglio tonarese e dell’Isola. Da qui si percorrono le vie XX Settembre, Via Angioy e poi via Galusé che porta alla sorgente omonima, cantata proprio dal poeta locale. Si è al limite estremo del borgo e dalla fonte incomincia una stradina pavimentata che si infila tra gli orti, ombreggiata da castagni e frutteti.

Gli orti

Come in tutti i centri dell’interno, la cintura di orti abbracciava il paese ma a Tonara, vista la forte pendenza dei versanti, questi erano terrazzati e sostenuti da murature a secco. Si rimane sulla strada principale con scarse pendenze, continuando anche quando questa si sterra sotto un fitto bosco. Superato un piccolo guado, al primo bivio che si incontra, si prende a sinistra in ripida salita per un viottolo di campagna circondato da muretti a secco, poi ancora a sinistra ad un incrocio a tre vie successivo. In quest’ultimo tratto si procede circondati dai castagneti che, sebbene oggi in parziale abbandono, costituiscono una ricchezza inestimabile di queste montagne.


Nel bosco

L’ultimo incrocio ha permesso di guadagnare una carrareccia silenziosa ed immersa nel bosco. Si passa subito accanto ad un deposito dell’acqua, proseguendo poi con improvvisi strappi in salita dove, talvolta, la vegetazione si apre permettendo ampie viste panoramiche verso occidente. La faticosa salita è sempre ben ombreggiata e ben presto si giunge a tre incroci in rapida successione, dove si prende inizialmente a sinistra, poi ancora a sinistra e infine a destra in salita, guadagnando una bella sterrata in località Morturasà. Qui si prende a sinistra, in leggera discesa.

I castagneti

La sterrata che si percorre è perfettamente tenuta e si tiene ai margini di una vasta area di rimboschimento. Ben presto però ai cedri ed ai pini neri larici si sostituisce l’albero protagonista di questa montagna: il castagno. Il bel bosco aperto, nel quale figurano alcuni grossi esemplari monumentali, racconta dell’importanza della selvicoltura per queste comunità.
Si passa accanto ad una sorgente, in secca nella stagione estiva, raggiungendo in breve una strada asfaltata: prendendo a sinistra, in discesa si ritornerebbe rapidamente in paese, ma è possibile svoltare a destra all’incrocio successivo per visitare poi la sorgente di Funtana ‘e s’Abe, ottima e fresca in tutte le stagioni, ideale per ristorarsi dopo la lunga camminata prima di rientrare, per le strette vie del centro, all’auto.

Itinerary roadbook

Lenght 4.700 m

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Total elevation gain 296 metri

Aritzo, Texile. The natural monument

Itinerary

Access 

You commence the walk from the centre of Aritzo by taking Via Garibaldi, easily reached in the lower part of the village, then turning left once you reach the small panoramic square of Sant'Antonio, from which you can clearly distinguish the rocky taccu of Texile on the other side of the valley, the destination of the excursion. You continue down a narrow lane that leaves the last houses behind, immediumtely entering terraced allotments, dense hazelnut groves and tall walnut trees, splendid in autumn for their intense foliage.

The springs 

The descent is interrupted at an opening near the Giaria spring. Here, the route continues initially slightly uphill and on a sometimes concreted road always in a beautiful wooded environment despite its proximity to the village. In addition, to the essences already observed, there are dense holly trees and splendid specimens of chestnut and alder. You come to a fork where you turn right, slightly downhill on a cobbled road, following the signs for the Funtana de Zia Albara. Another stretch through hazel groves and terraced allotments separates this junction from the beautiful spring. Take a right here, also meeting the signs for Texile. Gradually descend, first encountering a picnic area near which the monumental Addalcia pine, which unfortunately recently fell to the ground. At a ford, a last spring is finally encountered. 

Texile 

Once past the ford, the dirt road worsens slightly and begins to climb, making a wide hairpin bend but always remaining defined. Ignore minor detours occasionally encountering some signs for Texile and keeping to the south-west direction until one can clearly distinguish the limestone peak above, which is reached at the top of the ascent. The geological peculiarity of Texile is that, similar to many taccos in Ogliastra and the Barbagia di Belvì and Seulo, it is completely isolated from similar rocks and is an island completely unique to its surroundings, consisting as it does of limestone and resting on Palaeozoic schists. This has allowed a rare and peculiar flora to vegetate only on its walls, making Texile a treasure chest of biodiversity, which has therefore become an SCI area (Site of Community Importance) and strictly protected. For the more intrepid, a rocky gully allows access to the summit, from which an extraordinary view of Aritzo, Belvì, the Gennargentu peaks and the Uatzo valley can be admired. On the summit of the peak one can also find numerous ceramics from the proto-historic period, which testifies to ancient settlements or places of worship on the mountain. After a long panoramic rest, you finally return to the village by the same route as the outward journey.

Lenght 7.800 m

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Total elevation gain 420 metri

Aritzo, Texile, Il monumento naturale

Accesso

Si inizia a camminare dal centro abitato di Aritzo si prende la via Garibaldi, facilmente raggiungibile nella parte bassa del paese, svoltando poi a sinistra una volta raggiunta la piazzetta panoramica di Sant’Antonio, dalla quale si distingue chiaramente il taccu roccioso di Texile dall’altra parte della vallata, meta dell’escursione.

Si prosegue scendendo per uno stretto viottolo che si lascia le ultime case alle spalle, inoltrandosi subito tra orti terrazzati, fitti noccioleti o alti noci, splendidi in autunno per il loro intenso foliage.


Le sorgenti

La discesa si interrompe in uno slargo presso la sorgente di Giaria. Qui si prosegue inizialmente in leggera salita e su fondo talvolta pavimentato, sempre in bell’ambiente boscoso pur nella sua vicinanza al paese ed alle essenze già osservate si aggiungono i fitti agrifogli e splendidi esemplari di castagno ed ontano. Si incontra un bivio dove si prende a destra, in leggera discesa su strada selciata, seguendo le indicazioni per la Funtana de Zia Albara.

Ancora un tratto tra i noccioleti e gli orti terrazzati separa questo incrocio dalla bella sorgente. Qui si prende a destra, incontrando anche le indicazioni per Texile. Si scende gradualmente, incontrando prima un’area pic nic presso la quale era presente il pino monumentale di Addalcia, purtroppo rovinato al suolo recentemente. Presso un guado si incontra infine un’ultima sorgente.

Texile

Superato il guado la sterrata peggiora leggermente e comincia a salire, compiendo un ampio tornante ma rimanendo sempre evidente. Si trascurano deviazioni minori, incontrando saltuariamente alcune indicazioni per Texile e tenendo la direzione sudovest fino a distinguere chiaramente il picco calcareo soprastante che si raggiunge al culmine della salita.

La particolarità geologica di Texile è quella, simile a molti taccos dell’Ogliastra e della Barbagia di Belvì e Seulo, di essere completamente isolato da rocce simili, costituito com’è da calcari e poggiante sugli scisti paleozoici. Questo ha permesso ad una flora rara e peculiare di vegetare solo sulle sue pareti, rendendo Texile uno scrigno di biodiversità, divenuto perciò area SIC e rigorosamente protetto.

Per i più intrepidi, un canalino roccioso permette di accedere alla sommità da cui si ammira una vista straordinaria su Aritzo, Belvì, le vette del Gennargentu e la vallata di Uatzo. Sulla sommità del picco si ritrovano inoltre numerose ceramiche di epoca protostorica a segnalare antichissimi insediamenti o luoghi di culto sulla montagna.

Dopo una lunga sosta panoramica si ritorna infine in paese per la stessa via dell’andata.

Lenght 7.800 m

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Total elevation gain 420 metri

Atzara, Su Caminu ‘e i’Bingias. In the ancient landscape of wine

Access 

This simple cycle route starts from the centre of the village in Mandrolisai, known for its beautiful territory and above all for the very high quality of its grapes and wines. Together with Sorgono, it possesses the only Sardinian landscape registered in the national register of Historic Rural Landscapes (Pesaggi Rurali Storici) testifying to the very long tradition of wine-making in this area. Proceed along the main street of the village, the SS 128 here called Via Vittorio Emanuele, turning east towards the church of Sant'Antioco Martire and then left into Via Pertini. The road leaves the last houses of the village on the left, continuing along Via Molinu and then meets the signs for Funtana 'e Paule, now immersed in the fields. 

Between the fields 

You continue slightly downhill, encountering a small ford and then beginning to climb, keeping to the asphalt road. Soon you come to a fork in the road: here you keep to the left, always slightly uphill, surrounded by beautiful cork oaks and the first vineyards. Soon, the vineyards begin to alternate regularly with pastures and wooded areas, often occupied by cork oaks and dense scrubland, immersed in the silent landscape of this corner of Mandrolisai. At the end of a straight stretch, you come to a fork where you keep to the right. A little further on, near a slight descent after a bend to the right, you reach the rural church of Santa Maria 'e Susu. The small building was built in the Middle Ages and stands near the disappeared village of Leonissa (Leonisa or Laonisa) and the ancient path to Belvì, of which some parts you are walking on. 

The vineyards 

Immediately after the church, you come to a fork in the road: here you take a right, continuing downhill to the village, now surrounded by vineyards. It is possible, taking a right, to make an detour, albeit not used frequently, continuing on an asphalt road to the natural spring of Laonisa and from here turn right onto a dirt road, then right again along a little-trodden lane to an antenna, from where you return to the asphalt road. A little further on, turn left immediately after a carpentry shop, returning to the village via a lane through the countryside.

Lenght 4.100 m

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Total elevation gain 109 metri

Atzara, Su Caminu ‘e i’Bingias. Nel paesaggio antico del vino

Accesso

Questo semplice itinerario ciclabile parte dal centro del paese del Mandrolisai, noto per il suo bel territorio e soprattutto per l’altissima qualità delle sue uve e dei suoi vini. Insieme a Sorgono possiede l’unico paesaggio sardo iscritto al registro nazionale dei Pesaggi Rurali Storici, a testimonianza della lunghissima tradizione della vinificazione in queste zone.

Si procede sulla via principale del paese, la SS 128 qui chiamata Via Vittorio Emanuele, svoltando in direzione est in direzione della chiesa di Sant’Antioco Martire e poi a sinistra per via Pertini. La strada lascia a sinistra le ultime case dell’abitato proseguendo in Via Molinu e incontra poi le indicazioni per Funtana ‘e Paule, ormai immersa per i campi.

Tra i campi

Si prosegue in leggera discesa, incontrando un piccolo guado e cominciando poi a salire, mantenendosi sempre su strada asfaltata. Ben presto si incontra un bivio: qui ci si tiene a sinistra, sempre in leggera salita, circondati da belle sugherete e dalle prime vigne. Ben presto, i vigneti cominciano ad alternarsi con regolarità ai pascoli ed a zone boscose, spesso occupate da sughere e da una fitta macchia, immerse nel paesaggio silenzioso di quest’angolo di Mandrolisai.

Al termine di un rettilineo si incontra un bivio dove si tiene la destra. Poco oltre, in prossimità di una lieve discesa dopo una curva a destra, si raggiunge la chiesa campestre di Santa Maria ‘e Susu.
La piccola costruzione è stata edificata in età medioevale e sorge nei pressi del villaggio scomparso di Leonissa (Leonisa o Laonisa) e dell’antico cammino per Belvì, di cui si stanno percorrendo alcuni passi.

I vigneti

Subito dopo la chiesa si incontra un bivio: qui si prende a destra, proseguendo in discesa fino al centro abitato, ormai circondati dai vigneti. È possibile, prendendo a destra, compiere una variante escursionistica, anche se poco frequentata, continuando su asfalto sino alla sorgente di Laonisa e da qui a destra per sterrata, poi ancora a destra per un viottolo poco battuto sino ad una antenna, da cui si ritorna all’asfalto. Poco oltre si prende a sinistra subito dopo una falegnameria, rientrando per un viottolo tra le campagne al paese.

Lenght 4.100 m

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Total elevation gain 109 metri

Austis, Sa Crabarissa. The rock of legend

Access 

From the village, follow the signs for Sa Crabarissa, following Via Gramsci, which soon turns into a country lane. you leave the beautiful sanctuary of S. Antonio on the right, still on an asphalted road, descending slightly to an obvious fork where you turn left, still following the signs. 

Bortamelone 

The area is overlooked by the gentle prominence of Monte Bortamelone, recognisable by its impressive reforestation. The road runs between pastures and scrubland. On the left is the rock of Nodu Pertuntu, not signposted, with its characteristic perforated summit. You continue along the main road, surrounded by arbutus trees, until the asphalt ends and the road proceeds, unpaved, always in excellent condition and slightly downhill, and now very scenic. 

Sa Crabarissa 

You reach a wide dirt clearing, keeping Bortamelone behind you, and after parking, take a right onto an clear path that heads toward the soaring, elegant silhouette of Sa Crabarissa. This extraordinary natural monument owes its name to a legend: a woman from Cabras (a crabarissa) who fell in love with a shepherd from Austis who was in her village for transhumance. The two swore eternal love to each other, but when she went to visit him, she discovered that he was already married and had a family. The girl went back, but the terrible pain turned her into stone: her form still resembles that of a girl from Cabras in typical costume. The rock is set in an extraordinary environmental context and can be reached along the beautiful path, keeping to the left. 

Ring in the bush 

Continue along the path, with a little slope, spotting a fork on the right that, once taken, leads uphill to a small artificial lake. Here, turn right onto a dirt track, still keeping to the right and returning to the car in a short time.

Lenght 19.500 m

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Total elevation gain 511 metri

Austis, Sa Crabarissa La roccia della leggenda

Accesso

Dall’abitato si seguono le indicazioni per Sa Crabarissa, percorrendo la via Gramsci che si tramuta ben presto in un viottolo di campagna. Si lascia a destra il bel santuario di S. Antonio, sempre su strada asfaltata, scendendo leggermente fino ad un bivio evidente dove si prende a sinistra, sempre seguendo le indicazioni.

Bortamelone

La zona è dominata dal morbido rilievo del Monte Bortamelone, riconoscibile dagli imponenti rimboschimenti. La strada corre tra pascoli e zone a macchia. Sulla sinistra si cela la roccia di Nodu Pertuntu, non segnalata, dalla caratteristica sommità forata.
Si prosegue sempre sulla strada principale, circondati dai corbezzoli, finché l’asfalto termina e la strada procede, sterrata, sempre in ottime condizioni e in leggera discesa, ora molto panoramica.

Sa Crabarissa

Si raggiunge un vasto spiazzo sterrato, tenendo alle spalle Bortamelone e dopo aver parcheggiato si prende a destra per un sentiero evidente che si dirige verso la sagoma slanciata ed elegante di Sa Crabarissa.
Questo straordinario monumento naturale deve il suo nome ad una leggenda: una donna di Cabras (una crabarissa) si innamorò di un pastore di Austis che si trovava nel paese di lei per la transumanza. I due si giurarono eterno amore ma, quando lei andò a trovarlo, scoprì che lui era già sposato ed aveva una famiglia. La ragazza tornò indietro, ma il terribile dolore la tramutò in pietra: ancora le sue forme ricordano quelle di una ragazza di Cabras col tipico costume.

La roccia è posta in un contesto ambientale straordinario e si raggiunge per il bel sentiero, tenendola sulla sinistra.


Anello nella macchia

Si prosegue sul sentiero, con poche pendenze, individuando un bivio sulla destra che, una volta imboccato, porta in salita ad un piccolo laghetto artificiale. Qui si prende a destra, su sterrata, tenendo ancora la destra e ritornando in breve all’auto.

Lenght 19.500 m

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Total elevation gain 511 metri

Contiene carte
Spento

Belvì, Pitzu ‘e Pranu. Overlooking the valley

Access 

From the inhabited centre of Belvì, the excursion begins by reaching the square in front of the church and from here take Via Marconi, where you descend slightly downhill, then turning right along a country lane into the countryside, indicated by a wooden signpost that points the way to some domus de Janas. You continue downhill, embraced by thick hazel tree groves that clutter the small road. This was once an important cart-track, as indicated by the ancient paving and the care with which the dry-stone walls bordering it were built. 

Uphill 

You lose altitude until you reach a bridge that crosses a noisy stream, in the map as Riu Salasi. Looming over the area are the walls of Pitzu 'e Pranu, the destination of the itinerary, while to the right is the beautiful arched bridge of the railway along which the Trenino verde (The little green train) now travels. Having crossed the bridge, you keep to the right at the next fork and begin to climb rapidly between the various fenced allotments that occupy the valley. The cart-track is still very evident, albeit slightly more ruined: at the top of the climb you come out on asphalt, on the SP 61 bis. Here the cart track continued, but is now overgrown by brambles. 

Towards the summit 

You then turn left, travelling about 200 metres downhill on the main road and finding a dirt road that turns right, uphill, immediately meeting a fork with a wider dirt road where you turn right. You are now at altitude, skirting the walls of Pitzu 'e Pranu in a counter-clockwise direction. The road is flanked by some large wooden poles and has been built precisely on the geological discontinuity between the limestone that makes up the mountain above and the schists of the ancient basement on which one has walked so far. You flank some allotments and soon reach a crossroads with a paved road, where you take a left, uphill, surrounded by Holm oak forest. At the next hairpin bend, not far from the road, is a beautiful lime kiln, used for processing limestone. 

Pitzu ‘and Pranu 

A final uphill stretch leads to a windswept, very scenic saddle, where there is a large crossroads. Here, one turns left, uphill, entering the reforestation that occupies the summit of Pitzu 'e Pranu and on which an adventure park, now disused, was built. Vetta del taccu (limestone formation), as its name suggests, is occupied by a vast plateau where small depressions betray the presence of several chasms, attributable to the karstic nature of the area. At the highest point, you reach a Virgin Mary, statue located on the edge of the walls. Here one literally overlooks the village and the neighbouring village of Aritzo, letting one's gaze wander as far as the Gennargentu and the wide surrounding valleys. You return to the village along the path followed on the outward journey.

Lenght 5.900 m

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Total elevation gain 269 metri

Belvì, Pitzu ‘e Pranu. A picco sulla valle

Accesso

Dal centro abitato di Belvì si inizia l’escursione raggiungendo la piazza antistante la chiesa e da qui la via Marconi, dove si scende leggermente di quota prendendo poi a destra per un viottolo di campagna, indicato da un cartello di legno che segnala la direzione per raggiungere alcune Domus de Janas.
Si prosegue in discesa, abbracciati da fitti noccioleti che ingombrano la stradina. Questa era in passato una importante carrareccia, come segnala l’antico selciato e la cura con cui erano realizzati i muretti a secco che la delimitano.

In salita

Si perde quota fino a raggiungere un ponte che supera un rumoroso torrente, in carta come Riu Salasi. Sulla zona incombono le pareti di Pitzu ‘e Pranu, meta dell’itinerario, mentre sulla destra si individua il bel ponte ad arcate della ferrovia lungo la quale transita oggi il Trenino verde. Superato il ponte, si tiene la destra al bivio successivo e si comincia a salire rapidamente tra i vari orti recintati che occupano la vallata. La carrareccia è sempre ben evidente, pur se leggermente più rovinata: al culmine della salita si sbuca su asfalto, nella SP 61 bis. Qui la carrareccia continuava, ma è oggi invasa dai rovi.

Verso la cima

Si prende quindi a sinistra, percorrendo circa 200 metri in discesa sulla statale ed individuando una strada sterrata che si discosta a destra, in salita, incontrando subito un bivio con una sterrata più ampia dove si prende a destra. Si sta ora in quota, costeggiando in senso antiorario le pareti di Pitzu ‘e Pranu. La strada è affiancata da alcuni grossi pali in legno ed è stata costruita proprio sulla discontinuità geologica tra i calcari che costituiscono la montagna soprastante e gli scisti dell’antico basamento su cui si è finora camminato. Si fiancheggiano alcuni orti raggiungendo in breve un incrocio con una strada pavimentata, dove si prende a sinistra, in salita, circondati dalla lecceta. Al tornante successivo, poco discosta dalla strada, si trova una bella fornace della calce, usata per la trasformazione della pietra calcarea.

Pitzu ‘e Pranu

Un ultimo tratto in salita porta a guadagnare una sella spazzata dai venti, assai panoramica, dove si trova un grosso incrocio. Qui si prende a sinistra, in salita, entrando nel rimboschimento che occupa la parte sommitale di Pitzu ‘e Pranu e sul quale era stato costruito un parco avventura, ora in disuso. La vetta del taccu, come suggerisce il nome, è occupata da un vasto pianoro dove piccole depressioni tradiscono la presenza di alcune voragini, imputabili alla natura carsica della zona. Nel punto più alto si raggiunge una madoninna, posta sull’orlo delle pareti. Qui si domina letteralmente il paese e quello vicino di Aritzo, lasciando lo sguardo spaziare fino al Gennargentu ed alle ampie vallate circostanti. Si ritorna al paese per il sentiero seguito all’andata.

Lenght 5.900 m

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Total elevation gain 269 metri