
Photo author Comune di Villacidro Image credits Comune di Villacidro
Informations
Villacidro (Biddacidru, Biddaxidru o Bidda de Cidru in sardo) è un comune italiano di circa 13.000 abitanti della provincia del Medio Campidano.
Territorio
«Dense di celidonie e di spineti / le rocce mi si drizzano davanti / come uno strano popolo d'atleti / pietrificato per virtù d'incanti...»
(Gabriele D'Annunzio, 1882)
L'abitato di Villacidro rappresenta uno degli esempi più significativi di adattamento di un abitato alla morfologia dei luoghi. Il centro di antica formazione è posto alla bocca della valle di Castangias e costituisce la parte più alta del centro urbano. La parte del centro sviluppatasi successivamente si è disposta lungo la conoide di deiezione assumendo la stessa disposizione dei depositi detritici.
Origini del nome
Il toponimo Villacidro secondo alcuni deriverebbe dalle parole "villa" (villaggio) e "cedro", dal latino "cedrus", "citrus", forse ad indicare la coltivazione del frutto nella zona. Secondo un'altra interpretazione Villacidro deriverebbe dal latino "villa citra" ossia "villa al di qua (del fiume)"[senza fonte] in riferimento a una villa romana che presumibilmente sorgeva in questo luogo
Storia
Il territorio di Villacidro è abitato fin dalla preistoria, vari ritrovamenti databili al neolitico e all'età del rame sono stati rinvenuti nella zona di Seddanus, Cannamenda, Seddus e lungo il rio Villascema e il rio Leni, dove sono stati scoperti manufatti in ossidiana.
La civiltà nuragica ha lasciato cospicue tracce come il villaggio di Cottega e i nuraghi Narti, Nuraxi, Cuccur'e Crabas, Cuccuru Muntoni e Genna Uraxi. In epoca romana il territorio appare intensamente popolato come testimoniano una necropoli e i resti di due terme. Il centro abitato sorse forse in questo periodo per via della fertilità del suolo; un altro centro abitato nelle vicinanze era quello di Leni.
Nel medioevo Villacidro era nota come Xedri de Leni e fece parte del giudicato di Cagliari, nella curatoria di Gippi. Alla caduta del giudicato (1258) passa sotto il dominio pisano, e dopo la conquista aragonese della Sardegna nel 1328 appare nei documenti come Villacidro de Leeni. Sia Leni che Villacidro risultano spopolati all'inizio del XV secolo ma si ripresero nei decenni successivi. Il paese in epoca aragonese e spagnola passò sotto il controllo di diverse famiglie di feudatari tra cui i Civiller, i Gerp e i Brondo.
Nel 1690, sotto gli spagnoli, venne compreso nel marchesato di Villacidro, concesso ai Brondo. Dai Brondo passò per linea femminile ai Bon Crespi di Valdaura, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.
A partire dal 1720 passò come il resto dell'isola ai Savoia. Dal 1807 al 1821, Villacidro fu sede di una delle 15 prefetture istituite in Sardegna dal governo Sabaudo; due secoli dopo fu invece capoluogo (insieme a Sanluri) della provincia del Medio Campidano: tale ruolo fu mantenuto dal comune dal 2005 fino alla soppressione dell'ente nel 2016.
Durante la seconda guerra mondiale dal 10 giugno 1940 arriva l'8º Stormo che resta fino alla metà del successivo mese di settembre.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune di Villacidro sono stati concessi con decreto del 15 maggio 1963.
«Stemma semitroncato partito: il primo d'azzurro, alle rocce al naturale, cimate di verde, caricate al centro di una cascatella d'argento, striata d’azzurro; il secondo di rosso, al capriolo d'argento, corrente e attraversante il fusto di un pino al naturale, nodrito su campagna di verde; il terzo d'argento, all'albero d'agrumi sradicato, fruttato di rosso e di giallo. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose:
chiesa di Santa Barbara
chiesa di San Sisinnio
chiesa di San Pietro
chiesa delle Anime Purganti
chiesa di San Giuseppe
chiesa di Nostra Signora del Rosario
chiesa di Sant'Antonio
chiesa della Madonna del Rosario
chiesa del Carmine
chiesa di Sant'Ignazio da Laconi
Architetture civili
Il municipio
Il lavatoio pubblico, in stile liberty, fu inaugurato nel 1893. L'opera, progettata dall'ingegnere Enrico Pani, presenta caratteristiche strutturali riscontrabili in pochissime altre strutture in Sardegna, tra queste il mercato vecchio di Cagliari demolito negli anni '50 del XX secolo[9]. È costituito da una grande copertura in lamiera sorretta da 22 colonne in ghisa; sotto questa copertura si trovano 36 vasche rivestite in trachite, con capacità, ciascuna, di un quarto di metro cubo. Nel prospetto principale è presente una fontana artistica abbellita da alcune sculture marmoree tra cui due sirene, un leone e una leonessa, andati trafugati nel periodo post-bellico, e alcuni volti d'angelo.
Miniere
Nel territorio comunale di Villacidro si trova la miniera dismessa di Canale Serci.
Aree naturali
Cascate
La cascata Sa Spendula, composta da tre salti, è formata dal torrente Coxinas, che prende poi il nome di rio Seddanus. È una meta frequentata nel periodo estivo in quanto poco distante dal centro abitato. Il sito fu elogiato in una poesia di Gabriele D'Annunzio durante una permanenza nel paese.
Più all'interno, fra i rilievi compresi fra l'altopiano di Oridda e il monte Linas, sono presenti altre tre cascate, quella del rio Linas, quella di Piscina Irgas e quella di Muru Mannu, ubicate in un'area di interesse naturalistico nota come Monti Mannu. La cascata di Muru Mannu, notoriamente associata al territorio di Villacidro, è in realtà ubicata in territorio comunale di Gonnosfanadiga appena oltre il confine con quello di Villacidro. All'interno di tali monti abbiamo il monte Margiani.
Fonte: Wikipedia
Tipo di ente
Comune
Contatti
Comune di Villacidro
Piazza Municipio, 1 - 09039 Villacidro (VS)
Codice fiscale: 82002040929
P. IVA: 01047450927
Telefono: 070 93442200
FAX: 070 9316066
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