Inizio contenuto principale del sito web

Montiferru

17_226_20090908163633.jpg

Montiferru
: description

Si tratta di un territorio ricco di ambienti ed ecosistemi che variano da quello marino (Cuglieri, Tresnuraghes) a quello montano (Santu Lussurgiu, Scano di Montiferru etc). 

Territorio ricco di paesaggi e di risorse naturali spesso ancora intatti: è qui che si allevano ancora con metodi tradizionali le mandrie della razza Sardo-Modicana, meglio nota come Bue Rosso; qui troviamo ancora boschi e sorgenti naturali che hanno potuto conservare le caratteristiche del passato.  Dal punto di vista vegetale la pianta simbolo della subregione è il leccio, da quello animale è senza dubbio il cinghiale ed il muflone, presente in misura molto esigua (a causa soprattutto di caccia e incendi boschivi) e reintrodotto da qualche decennio nella zona di Pabarile, in territorio di Santu Lussurgiu, che è gestito dall'Ente Foreste della Sardegna.

 Il complesso forestale del Montiferru prende il nome dal massiccio di natura vulcanica che si eleva culminando con il Monte Urtigu in agro di Santulussurgiu, ad un’altezza pari a 1050 metri sul livello del mare.  Sulla sommità di questo monte, Alberto La Marmora piazzò un segnale trigonometrico. Da questa cima riusciva a scorgere l'isola dell'Asinara (a 110 chilometri di distanza in linea retta) e la Sella del Diavolo e la Torre di San Pancrazio di Cagliari (a 120 chilometri di distanza).

"questa cima si chiama Monte Urticu, e siccome da lì avrei potuto scorgere molti altri miei segnali piazzati sulle differenti vette della parte centrale dell’Isola e visto che sul Monte Entu sarebbero restati invece nascosti, fu proprio in quel punto che sistemai un grande segnale, di cui rimangono probabilmente ancora dei resti. È sufficiente dire che da qui distinsi verso nordovest l’isola dell’Asinara e verso sudest la torre di San Pancrazio di Cagliari e la penisola di Sant’Elia; tra questo luogo e l’Asinara c’è una distanza che supera i 108 chilometri in linea retta, mentre la torre di San Pancrazio ne dista 120".  (Alberto La Marmora, Voyage en Sardaigne - fonte Wikipedia)