Ponte di Gusana - Ovodda (T 531)

Credits immagine Unione Comuni Barbagia
Il sentiero
Descrizione tappe (roadbook)
Si parte subito a sud del Ponte Gusana sul lago omonimo, non distanti dalla bella necropoli neolitica di S’Iscrithola. Sulla destra della Statale si individua uno slargo sterrato da cui parte il sentiero, in questo tratto costituito da una comoda sterrata. La strada scende fino alle sponde del lago e non le lascerà più per un lungo tratto, consentendo splendide vedute sull’invaso che ha la caratteristica di presentare le sponde coperte da un fitto bosco. La zona è nota a Gavoi come Fontanelle e lo stesso nome viene dato al single track che è ricalcato dal sentiero, molto amato dai bikers.
Dopo un lungo tratto sul lago si ritorna verso la statale in prossimità dell’Hotel Taloro: la strada si oltrepassa con un sottopassaggio sempre sul lago, raggiungendo così nuovamente una sterrata che porta poi ad inoltrarsi nel bosco in direzione sud, lungo la vallata ampia ed evidente del Riu Aratu che, nel punto in cui si getta nel lago, prendeva il nome di Taloro. Prima della creazione dell’invaso, la vallata era una antica via della transumanza ed il modo più diretto per collegare tra loro le montagne del Gennargentu e la vallata del Tirso.
La sterrata si inoltra nella valle, tenendo a destra il corso d’acqua principale ed alternando il passaggio tra ampi campi pascolati e belle zone di densa lecceta. Sulla destra, il rocciaio ed il bosco di Lopene nascondono numerosi siti archeologici e la stessa vallata ne è assai ricca: si passa costantemente accanto a quelli che un tempo erano piccoli insediamenti che abbracciano un ampio arco temporale, ma di cui, purtroppo, restano assai pochi segni. Dopo un lungo tratto nella vallata si raggiunge sotto alcuni ontani un guado sul fiume: normalmente l’acqua è piuttosto bassa e consente un facile passaggio, ma talvolta è necessario togliersi le scarpe per passare sull’altra sponda.
Superato il guado si giunge a due incroci in rapida successione: nel primo è necessario prendere a sinistra, nel secondo a destra, ma andando a sinistra si possono visitare i due menhir di Sas Predas Fittas, eretti in epoca neolitica e testimoni dell’importanza della antica paleoviabilità che insisteva nella zona. Tornati all’incrocio comincia il tratto più duro del sentiero: una ripida salita su una sterrata a tratti rovinata che si inoltra in un bel bosco, spesso con viste appaganti sulla vallata appena lasciata. La salita non concede tregue fino alla località di Istefune dove si incontra una strada asfaltata di penetrazione: qui comincia il sentiero 534.
Si segue la strada asfaltata per poche centinaia di metri sulla destra incontrando un altro bivio: non lontane si trova la domus de janas di S’Abba Bogada. Si imbocca quindi una strada sterrata che procede prevalentemente in discesa, serpeggiando tra le belle campagne ovoddesi circondata sempre da boschi e muretti a secco. Un bivio più importante presso il nuraghe Nieddio permetterebbe di raggiungere la SS 128 a monte del paese, ma si continua sulla sterrata sempre in discesa fino alla località Sutzesso dove si trova una bella cascata, poco a valle della strada, e dove si incontra una strada asfaltata di penetrazione: si segue quest’ultima sulla destra fino al centro di Ovodda, dove il sentiero ha termine.
Dati catastali e altimetrici
Galleria fotografica
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